Menu

[Comunicato stampa] Emergenza siccità e abitudini alimentari

Apprendiamo dai giornali che molti Sindaci del Pordenonese hanno emesso in questi giorni ordinanze che vietano il consumo di acqua per bagnare orti e giardini.

Questo in quanto i livelli delle falde, dalle quali emungono i nostri pozzi per l’acqua potabile, si stanno impietosamente abbassando.

Le verifiche dei gestori fanno riscontrare utilizzi consistenti di acqua nelle prime ore del mattino e verso sera. Quando tradizionalmente vengono bagnati i giardini ma soprattutto gli orti, quest’ultimi fonte di sostentamento per molte famiglie.

La mancanza di acqua potabile è determinata non dalle elevate temperature e assenza di piogge di questi ultimi giorni, ma dalla mancanza di piogge nei mesi invernali nelle regioni montane (primi veri serbatoi dell’oro blu), e non solo dell’ultimo inverno. L’acqua pescata dai pozzi è ben più “vecchia” di qualche giorno o mese. È lì, stoccata con pazienza, da anni e decenni.

Il proseguire con le abitudini di annaffio può portare, entro pochi giorni, a disservizi e mancanza o scarsità di acqua nelle nostre case, attività e servizi.

Condividiamo che l’emergenza climatica, la progressiva desertificazione e la maggior frequenza di eventi meteo calamitosi siano in corso, e che debbano essere presi sempre più in seria considerazione, infatti sono anni che l’associazione Terraè – Officina della Sostenibilità promuove a Pordenone eventi che hanno a che fare con il nostro futuro e con la responsabilità delle azioni umane sulla vivibilità dell’ambiente che ci ospita.

L’ordinanza del Comune di Pordenone ad esempio, specifica l’obbligo di limitare l’utilizzo dell’acqua di acquedotto ai soli fini potabili e igienico sanitari, vietandola per utilizzi diversi (irrigazione di giardini, orti e parchi, lavaggio domestico di automezzi, riempimento di piscine private e quant’altro non sia strettamente necessario ai fini del fabbisogno umano).

Unica deroga, seppur sconsigliata, è la possibilità di utilizzo dell’acqua potabile per questi scopi “non strettamente necessari” esclusivamente dalle ore 22.00 alle ore 7.00.

Fortunatamente l’Amministrazione ha consentito l’utilizzo notturno (ovvero quando la richiesta solitamente è minore) dell’acqua per bagnare gli orti.

Riteniamo però che le misure per contenere e limitare lo spreco di acqua fossero da trovare ben prima del 23 giugno 2022, ma anni fa, se non decenni fa. Sia a livello locale, che a livello nazionale.

E non stiamo parlando solo della “coscienziosità nel risparmio dell’acqua per uso domestico”, sempre e comunque necessario, ma anche e soprattutto dell’analisi (e della modifica) dei nostri stili di vita che hanno un’impronta idrica importante.

Ci piacerebbe infatti che le prossime ordinanze e provvedimenti (Comunali e Regionali) fossero volti ad incentivare la realizzazione di “sagre a impatto zero” e di “mense scolastiche sostenibili”, dando un contestuale freno ad abitudini alimentari, sagre e manifestazioni che incentivano e offrono cibo con un’impronta ecologica ed idrica elevata e imbarazzante, e che stridono enormemente con le misure prese in questi giorni.

Cosa potremmo acquistare se avessimo a disposizione 15.000 litri di acqua? Sceglieremmo tra il set composto da: 1 kg di pasta + 1 kg di riso, + 1 kg di legumi, + 1 kg di verdura, + 1 kg di patate, + 1 kg di frutta e 4000 litri di acqua potabile, o sceglieremmo invece di acquistare SOLO 1 kg di carne di manzo, senza alcuna aggiunta? (per fare qualche altra simulazione può essere “divertente” fare un giro qui: waterfootprint.org)

Chiediamo quindi agli Amministratori di non limitarsi a vietare l’utilizzo di acqua per consumi “non indispensabili” (posto che annaffiare l’orto domestico, che consente di cibarsi a costo quasi zero, e l’albero del giardino, che offre ombra e frescura, oltre a trattenere gli inquinanti e le polveri sottili, non sia indispensabile…), ma anche a invitare la popolazione a riflettere sui propri stili di vita, incoraggiandola ad un miglioramento, per la propria salute, per la vivibilità del Pianeta e per cercare di consentire ai nostri figli di vivere in una Pordenone (e in una Regione) non desertificata.

Esempi delle iniziative che proponiamo sono da anni diffusi in Italia e all’Estero. Saremmo lieti di offrire qualche spunto alle amministrazioni che volessero tentare questi percorsi, perché non è mai troppo tardi per modificare i nostri stili di vita da subito, visto che ne vedremo i benefici solo fra qualche decennio.

  • Terraè – Officina della Sostenibilità – APS, assieme a:
  • LAC FVG
  • LAV FVG
  • circolo Legambiente “Fabiano Grizzo” – APS
  • Naturalisti Sacile – APS
  • Progetto Pellegrin,
  • Cultori Roseti Naon,
  • Amici dei rospi di Polcenigo,
  • Associazione Naturalistica Cordenonese
0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *